Non sappiamo se il dieci sia un numero perfetto, per questa avventura lo è. Oggi concludiamo il viaggio che ci ha permesso di conoscere la storia del Gospel. Siamo coscienti che la nostra piccola rubrica non possa essere esaustiva e che si potrebbe ampliare ed arricchire. Tuattavia lo scopo che ci eravamo posti era quello di stimolare la riflessione su quello che c’è dietro ad un brano quando lo cantiamo. Abbiamo compreso che nella nostra voce, nelle note, ci portiamo dietro tanta storia e tante storie. Le difficoltà ed i dolori di un popolo diventano anche i nostri. Parlare di schiavitù, di diritti, di ribellione, di canto come forma di espressione della propria anima ci ha fatto capire quanto questi siano argomenti estremamente attuali e moderni. E’ per questo che continuiamo a cantare, perchè continuiamo a pretendere che siano annullate le differenze, che siano di razza o di genere. Ringraziamo chi ha voluto leggerci, ascoltarci, affiancarci. Un ringraziamento particolare a Gian Luigi Zucchi, il maestro che per primo ha voluto questo esperimento. Vi abbracciamo virtualmente e vi lasciamo con un brano che vuole, tra gli altri, essere simbolo del Gospel Contemporaneo e che ci invita a sorridere sempre.